Italiano in prosa
La storia dell’italiano letterario non coincide solo con quella della sua versione poetica, caratterizzata da una specificità vistosa e riconoscibile. È anche la storia dell’italiano in prosa, dove la lingua, per definizione, si avvicina di più a quella non letteraria e pratica, e sembra meno definibile per tratti differenziali rispetto ad essa. Di conseguenza, quando in Italia non c’era una lingua comune e media, la prosa (specie narrativa e saggistica) l’ha come anticipata e preparata. Non senza ripensamenti, però, e ambizioni di stile alto e appartato, in concorrenza con la poesia, con un’oscillazione che va dal massimo avvicinamento a un tipo linguistico praticabile anche nella realtà (la grande ambizione di Manzoni) a uno ammissibile, per altezza o calcolata ibridazione di linguaggi, solo in letteratura (come in Gadda). Questo libro ripercorre, nella sua prima parte, la storia della prosa italiana dalle Origini al primo Novecento, e, nella seconda, ne approfondisce tre campioni molto diversi nel tempo e nel trattamento (le traduzioni cinquecentesche da Tacito, la scrittura severamente classicistica di Pietro Giordani nell’Ottocento, la prosa multiforme di Pasolini).
Franco Cesati Editore - 2012