Tre sonetti fra «Morato» e «Magagnò» - Giacomo Morello e Giovan Battista Maganza

Autore: 
Ivano Paccagnella

Giacomo Morello, canonico padovano di S. Girolamo, con la lomenagia, il nome d’arte di «Morato»  è il primo imitatore di Ruzante, a partire probabilmente da un’apocrifa Terza Oratione che viene pubblicata nel 1551 dall’editore veneziano Stefano Alessi, unitamente alle altre due di Ruzante.Di lui ci restano solo alcune operette in pavano, tutte edite a Venezia dall’Alessi fra il 1551 e il 1553, lodi occasionali ed elogi, parodie linguisticamente ricreative del modello ruzantiane ma anche innovative e sperimentali. Forse per questo il maggiore dei poeti post-ruzantiani, il Magagnò, lo riconobbe come caposcuola, chiamandolo affettuosamente «gluoria maor del favelar pavan».

Giovan Battista Maganza (1509-1589), di Calaone nel Padovano ma trasferitosi a Vicenza, nella cerchia di Trissino e Palladio, con la lomenagia di Magagnò è il più prolifico e originale seguace di Ruzante, con i quattro libri di Rime di Magagnò, Menon e Begotto in lingua rustica padovana pubblicati fra il 1558 e il 1583.

La plaquette vuole essere un omaggio per gli ottant’anni di Fernando Bandini, già professore di Stilistica e metrica italiana nelle università di Padova, Ginevra, Milano, fra i più grandi poeti contemporanei, in italiano, latino (vincitore del Certamen poeticum Hoeufftianum di Amsterdam e del Certamen Vaticanum), studioso del Magagnò e del manierismo pavano.

Ivano Paccagnella insegna Storia della lingua italiana nel Dipartimento di Romanistica dell’Università di Padova.  Ha pubblicato l’edizione delle Macaronee padovane e di vari altri testi pavani. Si è occupato di Ruzante (di cui dirige, per l’editore Marsilio, una nuova edizione critica) e di plurilinguismo letterario veneto rinascimentale. È in corso di stampa per l’editrice Esedra di Padova il Vocabolario del pavano (secoli XIII-XVII).